Torri medievali
Le torri medievali vennero costruite tra l’XI e il XIII secolo, periodo del Basso Medioevo caratterizzato dalla lotta per le investiture tra Impero e Chiesa e dalla bellicosa opposizione tra guelfi e ghibellini, fazioni che a Bologna prendevano nome dalle famiglie dei Geremei e dei Lambertazzi.
È molto probabile che le prime torri bolognesi avessero funzione di difesa-avvistamento e fossero pubbliche. A edificarle, tra l’XI e il XII secolo, fu l’amministrazione imperiale, rappresentata a Bologna da Matilde di Canossa, sostenitrice del potere feudale. Da torri come la Garisenda e soprattutto l’Asinelli, poste a ridosso dalla prima cerchia di mura, era possibile controllare grandi spazi, anticipare le mosse degli eserciti avversari e difendersi dagli attacchi nemici. Con la morte di Matilde nel 1115 e la nascita del libero Comune, tutto cambiò. Le torri passarono in mano alle famiglie più facoltose (come l’Asinelli) e tante altre da queste vennero costruite. Intorno al 1120 le torri sorsero a decine, sia per volontà dei nobili ghibellini, sia dei guelfi più ricchi, in buona parte questi con origini popolane. Da strumento di avvistamento e difesa, le torri si trasformarono così in simbolo di potere, utilizzate per offendere e difendere: protagoniste delle lotte cittadine tra guelfi e ghibellini. A partire dal Trecento, venute meno le ragioni che ne avevano motivato la costruzione (e praticamente cessata la lotta tra guelfi e ghibellini), le torri persero importanza. Non ne vennero più costruite e quelle esistenti vennero mozzate, abbattute, inglobate in altri edifici o riconvertite ad altri usi. Alcune divennero carceri, altre negozi, abitazioni, altre ancora passarono al Comune con funzioni civiche o a organizzazioni ecclesiastiche.