Il cane Tago
Bologna, 1777. Il marchese Tommaso de’ Buoi parte per un lungo viaggio, lasciando nella sua casa di via Oberdan 24 l’amato cane Tago, una bracco weimaraner.
Era la prima volta che accadeva.
Tago, tristissimo, in attesa del ritorno del padrone, passa in suo tempo affacciato alla finestrella del sottotetto che dà sul cortile del palazzo di via Oberdan 24, uggiolando sommessamente.
Finalmente, dopo molti mesi, sul finire dell’estate, sente il rumore della carrozza del padrone entrare nel cortile. Inizia ad abbaiare e a scondizolare dalla gioia e, per non perdere un istante, si getta dalla finestrella dell’ultimo piano per raggiungere il marchese.
Il volo non gli dà scampo, muore ai piedi del suo padrone.
Il marchese Tommaso de’ Buoi, affranto, fa murare la finestrella e nello stesso anno commissiona all’artista forlivese Luigi Acquisti una statua di Tago per celebrarne il valore e la fedeltà.
La terracotta ritrae Tago seduto su un cuscino mentre guarda nel cortile in triste attesa.
Fino al 2008 questa statua è restata lì, dove Tago aveva atteso mesi e mesi. Una presenza triste ma affascinante che molti bolognesi conoscevano.
Più di due secoli di intemperie avevano però rovinato la terracotta. Così si decise di spostarla e restaurarla. Oggi è conservata presso le Collezioni comunali d’arte di Palazzo d’Accursio.
Tago sta lì, in attesa, sempre triste, nell’angolo a sinistra dell’ultima delle sale Rusconi.