Il campanile della Basilica di San Petronio
Il campanile della Basilica di San Petronio, a Bologna, non può essere ufficialmente inserito nell’elenco delle torri medievali bolognesi per alcune caratteristiche costruttive, benché con i suoi 65 metri sia secondo in altezza solo all’Asinelli.
Medievale, sarebbe medievale, anche se per pochissimo: Giovanni da Brensa lo costruì tra il 1481 e il 1492, anno della scoperta dell’America e, per convenzione, ultimo anno valido per esser considerati “medievali”.
Però, è nato campanile, cioè eretto per reggere le campane di una chiesa, e le caratteristiche costruttive lo confermano: non ha la classica e solida base di selenite delle torri e nemmeno fondamenta proprie, si regge infatti sulle volte dell’undicesima cappella della Basilica (l’ultima a destra), nata come Sacrestia e ora cappella delle Reliquie. Il campanile era abitabile (ancor oggi ospita la sede dell’Unione campanari bolognesi), ha finestre lungo le pareti e all’interno presenta dimensioni impensabili per una torre.
Il campanile è uno dei quattro – l’unico realizzato – che Antonio di Vincenzo aveva progettato in origine per la Basilica. Regge un “concerto” di quattro campane: la Grossa in MIb3 (ca 2.400 kg) e la Mezzanella in SIb3 (ca 500 kg), fuse nel 1492 dai provenzali Michele e Giovanni Garel (Garelli); la Piccola in DO4 (ca 400 kg) fusa dal bolognese Anchise Censori nel 1578 e la Mezzana in LAb3 (ca 850 kg), opera del figlio di Anchise, Antonio Censori del 1584. Quest’ultima, detta la Scolara, segnava con il suo rintocco l’inizio delle lezioni universitarie del vicino Archiginnasio.
Le campane sono suonate secondo l’antica tecnica tradizionale bolognese, che porta le campane a compiere un giro completo di 360 gradi attorno ai perni di sostegno: operazione che impiega dai sei ai 14 “maestri campanari”.
All’esterno il campanile presenta forme semplicissime, dove prevale il rosso del mattone, con un’unica colonna in marmo bianco inserita nella bifora della cella campanaria, lavorata nella bottega di Albertino Rusconi.