Torre Ramponi: intonacata, dipinta e con l’altana.
Salite al quarto piano del negozio di abbigliamento Benetton di via Rizzoli, affacciatevi alla finestra all’imbrunire e guardate verso palazzo Re Enzo. Per un attimo, se non guardate troppo in basso, vi sembrerà di essere tornati indietro nel tempo, nel XIII secolo. Provate ora ad immaginarvi di esser in cima a una torre costruita nel 1120. Chiudete gli occhi. Non state sognando, siete esattamente dove i guelfi Ramponi, una delle più potenti casate di Bologna, circa 950 anni fa, controllavano dall’alto le loro proprietà.
Torre Ramponi oggi ha i muri intonacati, dipinti di un elegante giallo tenue, con tanto di altana sulla sommità (modifiche eseguite tra il XVIII e il XIX secolo), ma resta pur sempre una delle torri più antiche e importanti di Bologna. Alta 20 metri (25 con l’altana), con lati di 9 metri e 20 e muri spessi un metro e mezzo, la Ramponi fu eretta da Eriprando e Bernardo Ramponi.
Tanti i fatti clamorosi che coinvolsero la potente famiglia guelfa (che diede i natali a consoli, podestà, maestri universitari, cavalieri, uomini d’armi e pure un vescovo), l’uccisione di Nicolò Asinelli per mano di Baruffaldino Ramponi nel 1161, omicidio che scatenò una vera e propria battaglia tra le due famiglie, una guelfa e l’altra ghibellina, con tanto di assedio delle case Ramponi, che alla fine prevalsero. Tra i tanti proprietari o utilizzatori della torre che vennero dopo i Ramponi, i Bofioli, le suore di San Guglielmo, il mercante di tessuti francese Sibaud, il calzolaio Calanchi di Castelfranco, il droghiere genovese Casazza, un anonimo barbiere, la famiglia Stoppani, la Libreria Rizzoli fino all’attuale Benetton.